Ogni persona, prima o poi, manifesta un pizzico di follia. Qualcuno la esprime cucinando piatti improbabili, altri collezionando ombrelli rotti, altri ancora improvvisando opere d’arte nel salotto di casa. Ma c’è una linea sottile tra l’eccentricità innocua e il comportamento che fa mormorare tutto il vicinato.
Tutto è cominciato con l’arrivo di un camion e una gru. Nel quartiere tranquillo in cui viveva Lorenzo, un ex ingegnere di mezza età, il silenzio venne improvvisamente spezzato da motori, terra smossa e un gigantesco anello di cemento calato nel suo giardino.
All’inizio, tutti pensavano a un pozzo
Lorenzo era conosciuto per essere discreto. Salutava sempre, curava il giardino, non dava mai fastidio. Ma quando i vicini videro quel colosso grigio, le teorie iniziarono a volare da una casa all’altra.
— “Sicuramente sta costruendo una cisterna.”
— “Forse una fossa biologica?”
— “E se fosse un bunker sotterraneo?”
Le ipotesi si moltiplicavano. Lorenzo, però, non diceva nulla. Si limitava a scavare, posare il cemento, sistemare la terra intorno. Nessuna spiegazione, nessuna smentita.
Un progetto misterioso
L’anello fu posizionato in verticale. Poi fu interrato fino all’orlo, con una precisione quasi chirurgica. E infine… Lorenzo posò delle piastrelle sopra la struttura, creando una superficie perfettamente liscia. Al centro lasciò solo un piccolo sportello metallico.
Quel dettaglio fece scattare nuove speculazioni.
— “È un rifugio!”
— “Un laboratorio segreto!”
— “Oppure… una sauna? No, impossibile.”
Ma il comportamento di Lorenzo alimentava il mistero: ogni sera, puntualmente, usciva in giardino, apriva lo sportello e faceva uscire vapore caldo. A volte entrava, restava dentro per mezz’ora, poi riemergeva come nulla fosse, con un’aria rilassata e soddisfatta.

La verità viene a galla
Alla fine, fu lo stesso Lorenzo a raccontare la verità, durante una chiacchierata con un vicino curioso.
“Sai cos’è? Una sauna verticale. Sotto terra. L’ho progettata io.”
E spiegò.
Da sempre appassionato di progettazione termica, aveva sognato per anni una sauna personale, diversa da tutte le altre. Una sauna che non occupasse spazio in casa, fosse perfettamente isolata, silenziosa, e che desse l’illusione di scomparire dal mondo.
L’anello di cemento era la camera principale. All’interno aveva installato una struttura in legno termoresistente, un sistema di ventilazione naturale e una fonte di vapore controllata. Ci entrava da solo, seduto in posizione verticale, circondato dal calore e dal silenzio.
Perché sotto terra?
“Perché sopra c’è troppo rumore. Troppi pensieri, troppe cose da fare. Là sotto, invece, è come fermare il tempo. È solo calore, respiro e niente altro.”
Non era un capriccio, né una fuga dalla realtà. Era uno spazio personale, costruito con le proprie mani, pensato per ritrovare un equilibrio interiore. Un modo per staccarsi, anche solo per mezz’ora.
Il quartiere cambia idea
Da oggetto di pettegolezzi, Lorenzo diventò un piccolo mito di quartiere. Alcuni iniziarono a scherzare, chiedendo “prenotazioni” per provare la sauna. Altri si mostrarono sinceramente interessati al concetto.
E nel giro di qualche mese, altri tre abitanti del quartiere iniziarono i propri piccoli progetti sotterranei: uno per meditare, uno per leggere, uno per… ascoltare musica in totale isolamento.