In un tranquillo quartiere residenziale, dove le siepi sono tagliate alla perfezione e i vicini si salutano con sorrisi educati, un uomo silenzioso stava per diventare protagonista di un’esplosione sociale che nessuno avrebbe mai immaginato.
Si chiama Alessandro. Una persona riservata, rispettosa, gentile. Aveva un sogno semplice: godersi la vita in pace nella propria casa, lontano dal caos cittadino. E per completare quel sogno, aveva investito tempo e denaro per costruire una piscina nel suo giardino.
Ma quel che sembrava un’oasi privata si trasformò rapidamente in un incubo pubblico.
All’inizio era “solo per i bambini”
Il primo episodio avvenne pochi giorni dopo che la piscina fu riempita. Era una mattina d’estate. Alessandro uscì con un caffè in mano e si bloccò: due bambini del vicinato stavano giocando nella sua piscina, ridendo e spruzzandosi acqua.
Sorpreso, si avvicinò e chiese gentilmente chi avesse dato loro il permesso.
«I nostri genitori hanno detto che va bene!», risposero.
«Tanto tu non la stavi usando…»
Alessandro, per non creare tensioni, li lasciò finire il bagno. Pensò che fosse un caso isolato. Ma si sbagliava di grosso.
Giorno dopo giorno, la situazione degenerava
Il giorno dopo, erano tornati. Questa volta con i genitori. Una delle madri, con l’asciugamano sulle spalle, entrò nel giardino come se fosse un resort.

«Dai, è solo una piscina», disse con tono amichevole. «E poi fa caldo, rilassati un po’.»
Alessandro, ancora troppo educato per reagire, si morse la lingua.
Ma quella fu la goccia. Ogni giorno nuovi “ospiti” non invitati.
Ragazzi adolescenti che facevano feste.
Alcolici nascosti nei borsoni.
Bicchieri rotti vicino alla vasca.
Musica a tutto volume.
Il suo giardino era diventato un parco acquatico pubblico non autorizzato.
Ha provato a reagire… ma invano
Mise un cancello con chiave — lo scavalcarono.
Installò telecamere — i vicini lo accusarono di “spiare i bambini”.
Mise un cartello con scritto “Proprietà privata” — lo stracciarono.
E ogni volta che cercava di parlare con qualcuno, la risposta era la stessa:
«Se non volevi che ci andassimo, non dovevi costruirla così vicino alla recinzione!»
«Ma tanto è solo acqua!»
«Sei l’unico che si lamenta… Forse hai un problema tu.»
Si rivolse alle autorità
Chiamò i vigili urbani. Uno venne, prese nota, ma disse:
«Senza prove concrete, non possiamo fare nulla. Mettete un cartello più visibile.»
Un avvocato gli disse chiaramente:
«Hai il diritto dalla tua parte. Ma senza video e prove, sarà la tua parola contro la loro. E intanto perderai la tranquillità.»
Fu in quel momento che Alessandro cambiò strategia.
Niente più parole. Solo fatti.
Iniziò a raccogliere prove.
Foto delle intrusioni.
Video dalle telecamere nascoste.
Audio delle conversazioni.
Danni documentati da un perito: piastrelle rotte, sporcizia, detersivi versati nell’acqua.
Poi fece qualcosa che nessuno si aspettava.
La piscina… divenne un pantano
Spense il sistema di filtraggio.
Aggiunse una sostanza naturale — atossica ma maleodorante e visivamente disgustosa. L’acqua, nel giro di 48 ore, divenne verde scuro, torbida, con alghe finte e galleggianti ornamentali come rane di plastica e un alligatore finto.
Appese un cartello:
“Zona biologica in fase di studio. Vietato l’ingresso. Pericolo di contaminazione.”
Quando i ragazzi cercarono di tuffarsi come al solito, uno di loro emerse con la pelle tinta di verde e iniziò a urlare. I genitori — inorriditi — accorsero, pretendendo spiegazioni.
«Hai avvelenato la piscina?!»
«Mio figlio è verde!»
«Hai distrutto l’estate a tutti!»
«Hai bisogno di uno psicologo!»
Ma Alessandro non disse nulla. Solo indicò la telecamera. Poi… fece partire la denuncia.
Il giorno del giudizio
Con tutte le prove raccolte, denunciò ufficialmente quattro vicini per violazione di proprietà privata.
Due ricevettero una multa.
Uno fu obbligato a pagare i danni.
Un altro dovette scrivere una lettera pubblica di scuse.
Da quel giorno, nessuno ha più osato mettere piede nel suo giardino.
Ha ripulito la piscina. Ha installato un sistema di copertura automatica. E oggi, sotto quel sole brillante, la piscina luccica di nuovo… ma solo per lui e i suoi veri amici.